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      Giorni sono furono fucilati tre soldati innocenti e la repressione della rivolta militare di Sebastopoli fu ferocissima, inumana.... Ogni giorno, verso le quattro del mattino, cinque, sei, dieci vittime cadono, silenziosamente per mano del carnefice, nel nodo scorsoio fatale della «giustizia russa».
      Non è dunque poi tanto vero che esiste una civiltà europea, se questa, permette il ripetersi di sacrifici sì atroci, che sono come una scudisciata in faccia al mondo ed una offesa verso la dignità umana!
      Mentre le scienze, la filosofia, le arti si sono sviluppate in modo prodigioso, l'uomo è rimasto lo stesso troglodita di una volta, con l'accusante, che certe acquiescenze, oggi, non dovrebbero essere più possibili. La storia della rivoluzione russa, è un poco la storia del sentimento umanitario mondiale ed europeo. Con questo vogliamo affermare soltanto e ribadire il concetto che non siamo in piena civiltà, - come vogliono farcelo credere certi filosofi positivisti di nostra conoscenza, - se abbiamo potuto assistere, senza rivoltarci, al martirio dei nostri fratelli russi; se possiamo ogni giorno tollerare l'ingiustizia di una guerra ignobile, le impiccagioni dei poveri arabi di Tripoli, la pena di morte legale in Francia, Inghilterra, Germania ed Austria.... le atrocità congolesi e indiane e il regime borghese internazionale, la massima istituzione «barbarica» dell'epoca. Il secolo XX è forse l'ultimo od uno degli ultimi secoli barbari della storia. Noi siamo ancora nella preistoria dei tempi, checchè ne dicano scienziati e filosofi, e per quanto la coltura, i mezzi di produzione e di scambio siano enormemente aumentati, dobbiamo riconoscere che l'uomo è, e sarà ancora la belva più feroce sino a che sotto la ferula delle necessità della vita, egli non si sarà spogliato dei suoi numerosi tiranni, per dedicarsi al compimento d'ideali di fraternità e di giustizia, che malgrado tutto crediamo siano suscettibili della sua natura, traviata sino ad oggi dalla schiavitù dei secoli passati.


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Le carceri russe
di Vera Figner
Cromo-Tipo La Sociale
1912 pagine 65

   





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