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      Le difficoltà dell'impresa furono grandissime; anzitutto perchè dovevansi raccogliere somme fortissime per bastare a più di cento prigionieri, e poi anche per il fatto che i denari oltre ad essere racimolati segretamente dovevano essere rimessi ai condannati di soppiatto.
      Il governo russo aveva concesso soltanto ai parenti più prossimi di venir in aiuto ai loro cari, ma in misura così derisoria da obbligare gli amici a sopperire quasi sempre a tutte le spese.
      Fu una fatica quasi incredibile; fu una pena di tutti i giorni durante i quali l'ispirazione, il tatto e gli espedienti dovevano essere calcolati scrupolosamente ed a sangue freddo onde escogitare i mezzi migliori per consegnare in mani sicure i denari destinati agli amici carcerati.
      Vera Figner si dedicò con successo e ardore incredibili a questa impresa improba e pericolosa e fu quasi sempre più fortunata degli altri nel sorpassare vittoriosamente le più ardue difficoltà.
      Il suo fascino personale irresistibile, la forza di carattere, l'abilità meravigliosa al lavoro e l'influenza grandissima che essa esercitava persino tra i secondini, le permisero di ottenere dei colloqui con un gran numero di prigionieri.
      Parecchi anni passarono così, in questo strenuo e penoso lavoro; furono anni di lotta e di lente agonie i quali s'impressero indelebilmente sull'anima umanitaria della futura martire.
      Le infinite sofferenze degli oppressi, che essa ebbe agio di conoscere troppo intensamente per non esserne commossa sino in fondo all'anima, ed infine i barbari metodi repressivi del governo russo finirono per decidere Vera Figner a militare per sempre nelle file del partito rivoluzionario.


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Le carceri russe
di Vera Figner
Cromo-Tipo La Sociale
1912 pagine 65

   





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