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      Le aspirazioni liberali, represse momentaneamente tra il 1880 ed il 1890, epoca nella quale il partito rivoluzionario «La volontà del Popolo» si spense, senza aver lasciato, almeno in apparenza, dei seguaci che avessero il suo indomito ardore combattivo, rinacquero poco a poco, ingigantendo e sviluppandosi tanto in seno alla gioventù intellettuale che in mezzo al popolo russo.
      Le muraglie bianche, le nivee torri dello Schlusselburg distaccantesi sulle scure acque della Neva, ricordavano alla Russia risorta, il grande amore che i vecchi combattenti avevano avuto per il popolo ammonendolo che solo con la lotta si sarebbero potute ottenere quelle libertà tanto agognate. Questo Schlusselburg che manteneva così intatta la tradizione della lotta; questo Schlusselburg circondato dal più fitto mistero sulla sorte dei suoi prigionieri, era come una fiamma solitaria accesa sul cammino di coloro che domani riprenderebbero le armi per rovesciare il despotismo.
      Per quanto la Russia di questi ultimi anni, dopo la rivoluzione del 1905 sia diventata di nome se non di fatto una monarchia costituzionale ed abbia acquistato il diritto di assidersi tra le «libere» nazioni d'Europa - almeno così dovrebbe credersi - pure vediamo che invece di una Bastiglia unica e solitaria, il suolo della nostra sventurata patria, si ricopre di diecine e diecine di prigioni, ove i condannati politici, e tutti coloro che dopo i moti rivoluzionari appaion sospetti dinanzi agli occhi della polizia russa di aver parteggiato per la nobile causa della libertà, sono puniti con inaudita ferocia cosacca, degna di tempi barbarici già tramontati.


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Le carceri russe
di Vera Figner
Cromo-Tipo La Sociale
1912 pagine 65

   





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