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      «Non c'è più che un infimo manipolo di condannati che mantiene rigido ed integro sino all'ultimo il proprio carattere preferendo sopportare questo atroce cilizio giornaliero piuttosto che cedere. La maggior parte dei detenuti si rivolge allo Czar implorando la grazia! Se per caso qualcuno riesce nell'intento, gli altri lo seguono nella dedizione e le autorità fan del loro meglio per incoraggiare questa infedeltà alla causa della libertà.
      «...Un nuovo capo è venuto a rimpiazzare Godima morto il mese di settembre scorso. Per questo non vuol dire però che le nostre condizioni cambieranno di un ette. Anzi le punizioni e le vergognose umiliazioni fioccano su di noi più di prima, a tal punto, che la vita ci è diventata addirittura insopportabile».
     
     * * *

      Se la vita è insopportabile nella prigione di Vladimir, nulla è paragonabile alla terribile esistenza dei condannati della prigione di Orel, i cui orrori sono descritti nel seguente straziante documento umano:
      «Ogni volta che il mio pensiero si trasporta tristemente al bagno centrale di Orel, ogni volta ch'io rivivo l'esistenza da me trascorsa in quel sepolcro dei vivi, esistenza di dolori e di umiliazioni senza fine, il mio cuore si stringe d'angoscia e di raccapriccio.»
      «Certe volte mi sembra che il bagno penale di Orel riassuma in sè tutto il microcosmo dell'infelice Russia contemporanea. Agli echi lontani dell'infernale baccanale dell'impero, l'amministrazione delle prigioni risponde coll'arbitrio e nel suo piccolo stato, essa si rende esecutrice d'un regime d'eccezione senza controllo che si definisce con una frase sola: la famigerata e non mai abbastanza maledetta centrale di Orel.


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Le carceri russe
di Vera Figner
Cromo-Tipo La Sociale
1912 pagine 65

   





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