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      Tanto i capi dell'Amministrazione carceraria, quanto i subalterni prendevano parte attiva a queste selvaggie scene di violenza. La sola differenza consisteva nei procedimenti punitivi. Ciascuno aveva il suo modo preferito a seconda del proprio carattere. Taluni carcerieri d'infimo rango, colpivano i condannati in un'orecchia col pugno leggermente dischiuso in forma di tubo, ingegnandosi di produrre una pressione d'aria assai forte per poter rompere il timpano di colpo. Sono numerosi a Orel i prigionieri che hanno il timpano lacerato!.... Disgraziatamente non osiamo rivelare i loro nomi, poichè se lo facessimo e se la stampa li pubblicasse, siamo assolutamente certi che i capi della prigione non si arresterebbero nemmeno dinanzi alle più atroci sevizie, per punire, se non con la morte, le vittime delle loro abbominevoli crudeltà.
      Abbiamo le prove certe e palpabili di vendette analoghe per arrischiarci a provocarle. In generale per certi fatti dei più atroci, che se li rivelassimo farebbero rabbrividire, siamo obbligati a tacere per non compromettere i nostri compagni che si trovano tuttora nel bagno penale di Orel e che sarebbero così, alla mercè dei loro aguzzini.
      I rappresentanti in capo dell'Amministrazione carceraria hanno i loro procedimenti speciali per colpire le vittime designate.
      Il vice-direttore, sua eccellenza il conte Saingallo, ha inventato una tortura ancor più raffinata. Egli invece di dischiudere il pugno in forma di tubo, per spezzare il timpano d'un colpo solo, chiude la sua manina bianca e ben tenuta colpendo la povera vittima sotto il mento, dal basso in alto.


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Le carceri russe
di Vera Figner
Cromo-Tipo La Sociale
1912 pagine 65

   





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