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      Un altro vicedirettore, l'Annenkof, colpisce in pieno viso con tutta quanta la forza del suo piccolo corpo ossuto e solido. È il più mortale nemico dei condannati politici. La sola parola di studente basta per far trasalire rabbiosamente l'inviperito cuore di questo zelante funzionario, invasato da sacro furor patrio. Dopo tutte queste scene di violenza, ecco un tratto caratteristico e significativo quanto mai: l'amministrazione carceraria di Orel non solo punisce i delitti politici, ma li punisce senza pietà, e lo dichiara apertamente con ostentazione. Dopo una di tali scene selvagge, il capo dei carcerieri volgendo uno sguardo feroce sui condannati ammucchiati in gruppi di tre o quattro, grida loro con voce stentorea: «Ecco la vostra rivoluzione...!»
      È questo stesso capo carceriere che risponde al nome maledetto di Zaccaria Kozlenkof, - il di cui aspetto soltanto ispira terrore ai condannati, - che nella prigione di Orel funziona da carnefice e da giudice al tempo stesso. Quanti condannati che attualmente riposano le misere loro ossa al cimitero della prigione, devono la loro tragica fine a questo giustiziere carnefice....
      Pertanto in un'epoca assai recente, i convogli di prigionieri che giungevano da altre città della Russia, non subivano ancora tali violenze selvaggie. «Il braccio dei combattenti si è stancato di colpire»....
      Uno dei convogli giunti nel 1909 fu ricevuto nel modo seguente:
      Tutti i condannati, completamente nudi, furon condotti in un lungo corridoio, tra due fitte ale di sorveglianti; circa venti o venticinque.


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Le carceri russe
di Vera Figner
Cromo-Tipo La Sociale
1912 pagine 65

   





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