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      Per ripararsi dal freddo i condannati sogliono infilare le loro due gambe in un pantalone solo, onde coll'altro potersi fare una.... specie di materasso per la notte mentre che colle loro giacche cercano in tutti i modi di coprirsi il petto ed il dorso. Ma le giacche di questi miseri infelici essendo troppo strette, appena appena coperte le spalle, il petto si gela o viceversa.
      Nel penitenziario di Saratof la personalità è ridotta a zero.
      Il compagno N. ci scrive che ha meditato a lungo sulla causa precisa della sua profonda depressione morale e conclude dicendo che era oppresso da qualcosa d'inafferrabile, da un invincibile dolore cupo prodotto sopratutto dalla costante tensione d'animo di tutti i giorni e di tutte le ore.
      Alle sei di sera la branda viene abbassata ed il condannato gode per questo un po' di libertà. Alle nove tutti dormono.
      La prigione di Saratof contiene circa 80 detenuti e nessuno di essi sarà mai trasferito altrove perchè tutte le prigioni della Siberia sono anch'esse ricolme. Non vi sembra delle più atroci la condizione di questi infelici, che accarezzano ancora l'illusione di essere trasferiti altrove, pur di non restare a Saratof?
      In un momento di maggior effusione, un condannato il quale non è più in possesso delle sue facoltà mentali, soggiunse che se gli avessero dato soltanto sei mesi di una vita un po' migliore, avrebbe avuto un giorno la forza di poter sopportare per molto tempo ancora la sua sorte. Un altro condannato ci scrive invece che ormai non c'è che la morte che possa salvarlo, ed essa lo aspetta sicura come un preda.


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Le carceri russe
di Vera Figner
Cromo-Tipo La Sociale
1912 pagine 65

   





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