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      Nelle celle isolate si rinchiudono più specialmente i malati di nervi, i prigionieri che si vogliono punire o quelli che debbono essere isolati dal resto dei detenuti a causa della loro influenza personale. Là dentro il condannato si trova tutto il giorno sotto gli occhi del carceriere di guardia, il quale per distrarsi un po' si diverte ad insultarlo continuamente. E siccome per correggere il detenuto si obbliga un altro condannato a compiere questo triste ufficio, egli viene «corretto» a sua volta dal carceriere ad ogni più piccola occasione. Le perquisizioni nelle celle isolate avvengono quotidianamente e spesso anche parecchie volte al giorno. Al condannato è proibito di leggere e di lavorare; se per caso gli venisse trovato nascosto un libro, un foglio di carta o qualsiasi cosa che potesse indicare i più lontani rapporti cogli altri compagni, è immediatamente rinchiuso in cella di rigore. Il giaciglio del prigioniero viene alzato alla mattina alle 6, e sino alle 6 di sera non è abbassato cosicchè quando il detenuto si sente male è costretto a coricarsi per terra. Dopo tutto ciò, non è strano se quasi tutti coloro che hanno trascorso qualche mese dentro queste orribili celle, cominciano a perdere il lume della ragione.
      Talvolta non potendo più sopportare la fame, gl'insulti e le percosse i prigionieri si decidono a compiere dei veri atti di follia pur di poter cambiare la loro sorte. Qualcuno di essi si slancia sul secondino con ira furibonda, tenendo una teiera di ferro in mano, come fece Smolianinoff; un altro, Basiltchouk, deciso a vendicarsi del suo carnefice, lo attende con un coltellaccio.


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Le carceri russe
di Vera Figner
Cromo-Tipo La Sociale
1912 pagine 65

   





Smolianinoff Basiltchouk