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      «Quelli, di noi, che non hanno i mezzi sufficienti per comprare il pane, soffrono costantemente la fame; gli altri, i più agiati, vivono appena appena meglio».
      «Abbiamo il permesso di comprare per tre rubli al mese soltanto; i prezzi sono carissimi, in modo che fatti venire quei pochi oggetti indispensabili alla vita di prigione - la carta, un lapis, una lavagna, del sapone e dei francobolli - non ci resta quasi niente per le provviste. Non vi è cella ove si possa essere soli: i malati colpiti da affezioni nervose restano insieme agli altri. Abbiamo qui una infermeria che date le nostre miserrime condizioni di esistenza, dovrebbe avere un'interesse tutto speciale, invece è così male organizzata che è meglio non parlarne neanche. Non può certo stupire se in tali condizioni la mortalità è elevatissima: per il prossimo inverno l'amministrazione delle carceri ha fatto preparare sessanta tombe»!
      I condannati sono trattati rozzamente; il dar del tu è spesso accompagnato dalle più sozze ingiurie. I carcerieri hanno poteri illimitati; essi possono anche mettere il detenuto in cella di rigore per un tempo indeterminato. Basta che uno di quei poveri disgraziati sia antipatico ad un carceriere perchè costui cerchi di attaccar briga e se il prigioniero perde la pazienza, o cerca di rispondere in qualche modo, la cella di rigore è là ad attenderlo. Coloro che non vogliono sottomettersi sono colpiti con pugni e con calci senza veruna pietà.
      Un altro prigioniero scrive:
      «Siamo nella prigione di Algatchi, che fa parte dei bagni penali del distretto minerario di Nertchinsk.


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Le carceri russe
di Vera Figner
Cromo-Tipo La Sociale
1912 pagine 65

   





Algatchi Nertchinsk