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      Ma intanto, per farvi quel più accanire e per obbligarvi a mandarmi quella traduzione, che voi dite, voglio mandare a voi una terribile Ode latina contro i traduttori. Nè m'importa punto che mi mettiate in un calcetto, perchè così incalcettato e stirato, e da ogni parte ben bene combaciato potrò meglio ripararmi dai rigori de' freddi Volterrani. Quanto al viglietto o lettera messibile in Francia, non ho tempo adesso di scriverla. Ve la manderò quest'altra volta, e la scriverò alla buona, come voi mi ordinate, e con patto che portandomi bene, mi mandiate un altro quinternetto della vostra buona carta, e questo sarà il mio santino. Io sarò sempre il vostro servidore.
     
     
      LETTERA XXV.
     
      Volterra, 13 Ottobre 1698.
     
      Al medesimo.
     
      Veggo la tacita pretenzione che avete, ch'io vi ringrazi dell'occasione datami di meritare il gradimento del sig.r Conte di Crèqui, per quella traduzione che mi faceste fare. Lo veggo benissimo, e ve ne ringrazio, lasciandovi tutto il pensiero di far per me col medesimo Sig.r Conte quelle parti che stimerete più opportune.
      Non voglio già ringraziare Dio dell'essermi fuggita l'occasione di servirvi delle radiche di scorza nera: lo farò bene, quando mi darete campo di potervi servire, e metterò sottosopra tutta questa mia giurisdizione civile e criminale. L'altro giorno mi sollucherai un poco col superiore Ecclesiastico, e gli lessi il capitolo della vostra lettera, e mi disse che tornerebbe forse meglio fare stillare qui le radiche e mandarvi costì lo stillato in fiaschi.


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Lettere inedite a Lorenzo Magalotti
di Vincenzo da Filicaia
Tipografia Nistri Pisa
1885 pagine 36

   





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