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      Quanto al mondo dell'arti, crederei che si potesse dire che siccome il nostro mondo sottolunare non è tutto cognito, e una gran parte di esso, anche dopo tanti e tanti scoprimenti di terre e mari resta tuttavia incognito, così non tutto il mondo scientifico sia stato ancora scoperto, vedendosi chiaramente che nove notizie si scuoprono alla giornata, onde non pare improprio il chiedere alla natura lo scoprimento di quella gran parte di mondo scientifico di cui ancora non si sa nulla, la qual parte di scibile non saputo agguaglia forse il saputo, e così viene a essere un nuovo mondo. So che avete mille cose da dire contra questa ipotesi, ma bisogna anche ricordarsi che multa dantur poetis, e che la poesia si vuoi reggere. Rimetto a voi tutta questa faccenda, e so che il vostro grand'intelletto troverà mille ripieghi per rassettar questa malefatta. Addio.
     
     
      LETTERA. XXXII.
     
      Pisa, 20 Maggio 1701.
     
      Al medesimo.
     
      Or che l'asinello è caduto nel fosso, non basta il dire ch'egli vi sia caduto, ma bisogna stendere un manino per cavanelo fuora. E a voi sarà molto facile, perchè mi avete cavato di maggior fondi che non è questo; se questa fantasia di due mondi non è adattabile al caso nostro, la più vera è uscirne, ma prima di farlo, favoritemi di vedere, se vi è modo di salvarla.
      Voi dite benissimo che il corso di Roma è diritto, e che dalle mosse si scuopre la meta, ma oltrechè una tal dirittura è particolare di quel corso, io considero che non si tratta d'un corso di cavalli, ma d'una carriera da un capo all'altro di tutto un mondo, che vuol dire che se dopo d'aver fatto un cammino di quattro e più miglia, io mi conduco a vista del termine, che sia distante due o tre miglia dal luogo dond'io lo scuopro, non si potrà mai dire che quel termine sia lontano, rispetto alla tanto maggior lontananza del luogo dond'io mi mossi.


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Lettere inedite a Lorenzo Magalotti
di Vincenzo da Filicaia
Tipografia Nistri Pisa
1885 pagine 36

   





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