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      I mesi del calendario repubblicano, erano tutti di trenta giorni, e divisi in tre decadi. Il decadì, od ultimo giorno di ogni decade, era festivo. Nel giorno di decadì 20 pratile, ossia 8 giugno 1794, fu celebrata la festa dell'Ente Supremo, con istraordinario entusiasmo in tutta la Francia. I fanciulli erano coronati di viole, le donne portavano dei mazzi di rose e d'altri fiori, gli uomini dei rami di mirto e di quercia. Le persone si abbracciavano anche senza conoscersi. Bello e commovente omaggio al Padre della Natura e dell'Umanità!
      In questo mondo però, al rovescio di ciò che dobbiamo attendere dalla Giustizia eterna, molto di sovente si ha premio per le malvagie opere, e castigo per le buone.
      Quantunque gli atei fossero pochi, essi erano tuttavia potenti, e di una feroce intolleranza.
      E perciò, tornando dal giardino delle Tuileries ove si era celebrata la festa dell'Ente Supremo, Robespierre udì susurrarsi nelle orecchie queste parole, che gli parvero, dice Blanc, l'alito di negri demonii: non pago di esser dittatore, hai voluto esser pontefice: morrai. E, sotto il pretesto di punirlo del male che realmente aveva fatto, moltiplicando le vendette della rivoluzione, lo punirono del bene, cioè della proclamazione del dogma dell'esistenza di Dio. Infatti, il 28 ottobre di quel medesimo anno, Robespierre, in compagnia di altre ventidue persone, salì quel patibolo al quale per vero dire egli meritava di andare, per avervi mandato Danton, e troppi altri ancora.
      La rivoluzione Francese, per confessione di amici e di nemici, ha cangiato, in qualche guisa, la faccia dell'Europa.


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Storia di un secolo dal 1789 ai giorni nostri
di Quirico Filopanti
Sonzogno Milano
1891-1892 pagine 307

   





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