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      Il pontefice, e dietro il suo esempio la maggior parte dei principi che avevano dominio in Italia, tranne l'imperatore d'Austria, accordarono varie riforme amministrative nel 1847; fra le altre una limitata libertà di stampa, o per meglio dire una mitigazione dei rigori della censura preventiva: la Guardia nazionale, e la Consulta di Stato. La Consulta di Stato era una commissione formata di due membri per ogni provincia, non però nominati dal paese ma dal principe. Nè già ad essi era data una voce deliberativa, ma una semplicemente consultativa intorno agli affari di Stato, specialmente in materia di finanze; che è quanto dire che il sovrano condiscendeva ad ascoltare il loro parere, ma per adottarlo soltanto nel caso che a lui piacesse. Nel 24 novembre, fu inaugurato il nuovo municipio Romano, con cento consiglieri.
      Pio IX, sin dal principio del suo regno, gradiva gli omaggi popolari, e lasciavasi da essi condurre alquanto al di là del segno dove avrebbe voluto arrestarsi. Infine però giunse un momento nel quale egli decisamente fe' sosta, ed allora la separazione, fra lui ed il partito liberale, divenne inevitabile. Ma in quel periodo di quasi due anni, cioè dal 16 luglio 1846 al 29 aprile 1848, la sua popolarità andò sempre aumentando. Ad ogni nuova concessione del Pontefice, incominciando da quella dell'amnistia, la moltitudine dei Romani si radunava la sera sulla magnifica piazza del Popolo, e con fiaccole o torcie accese, con musica istrumentale ed innumerevoli grida di Viva Pio IX, discendeva la lunga e diritta via del Corso sino alla piazza di Venezia, di là saliva al Quirinale, dove allora il Papa risiedeva.


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Storia di un secolo dal 1789 ai giorni nostri
di Quirico Filopanti
Sonzogno Milano
1891-1892 pagine 307

   





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