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      Jellacich, bano di Croazia, promosse il sollevamento dei Croati e dei Dalmati contro i Magiari, od Ungheresi propriamente detti.
      Di che indignato Luigi Kossuth, fece proclamare la Repubblica Ungherese il 14 aprile 1849, e la decadenza perpetua della casa di Absburgo dal trono di Santo Stefano. Gli Ungheresi furono vittoriosi in molti scontri, sotto la condotta dei generali Beni, Klapka, Dembinsky, Gorgey; ma Francesco Giuseppe invocò l'ajuto della Russia. L'imperatore Nicolò, per l'intenso odio che portava alla rivoluzione, e pel timor che essa s'appiccasse alla Polonia, inviò contro gli Ungheresi un esercito di centomila uomini. Gorgey, senza la necessaria autorità capitolò per sè e per l'esercito Ungherese a Villagos, il 13 agosto 1849. Egli fu ed è ancora considerato come traditore.
      Allorchè l'infausta notizia giunse a Venezia, si vide svanita l'ultima speranza di poter utilmente prolungare la difesa; e Daniele Manin, debitamente autorizzato dall'Assemblea, pubblicò una grida, colla quale consegnava il potere della spirante Repubblica Veneta nelle mani del municipio di Venezia. Pochi giorni dopo gli austriaci entrarono in Venezia, squallida e muta. La liberazione di Venezia fu ritardata sino all'anno 1866.
     
     
      DAL 1850 AL 1858
     
      La Crimea.
      Comechè gli effetti della rivoluzione europea del 1848 siano stati in gran parte distrutti nel 1849 e nel 1851, rimasero nondimeno in vita quattro popolari conquiste, le quali avevano una considerevole importanza in sè medesime, ed eran gravide di più larghe conseguenze future: il suffragio universale in Francia, l'abolizione della schiavitù assoluta nelle colonie francesi, la soppressione della servitù della gleba nell'impero Austro-Ungarico, e la costituzione in Piemonte.


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Storia di un secolo dal 1789 ai giorni nostri
di Quirico Filopanti
Sonzogno Milano
1891-1892 pagine 307

   





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