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      Molti furono incorporati all'esercito regolare sardo. Altri, sotto il geniale comando di Garibaldi, formarono un corpo che si chiamò dei Cacciatori delle Alpi.
      Ai 19 di aprile il conte Buol spediva da Vienna al conte di Cavour un ultimatum, nel quale intimavasi al Piemonte di porre, senza ritardo, il suo esercito sul piede di pace, e di licenziare i corpi franchi. Il messaggiere, consegnando la lettera nella sera del 23, era istrutto di dover attendere la risposta sino a tre giorni compiti. Addi 26, allo spirare del termine prescritto, Cavour consegnò, come prevedevasi, la sua brava risposta negativa.
      Tuttavia, la buona fortuna dell'Italia fece sì che gli Austriaci perdettero un tempo per essi prezioso, indugiandosi a passare il Ticino fino al 29. Ma intanto, sino dal giorno 25, i primi drappelli dell'antiguardo francese erano già entrati in Savoja. Successivamente giunsero in Italia, per la via del Moncenisio, il primo e secondo corpo d'armata francese, quello sotto il comando di Baraguay d'Hilliers, e questo sotto Mac-Mahon; mentre il terzo corpo, comandato da Canrobert, ed il quarto, comandato da Niel, sbarcarono a Genova.
      I soldati francesi vi furon ricevuti con tale entusiasmo che fu notata dai giornali quotidiani, ed anche disegnata dai giornali corredati di disegni, la pittoresca circostanza che alcuni robusti popolani portarono sulle loro spalle altrettanti zuavi francesi per le vie della città.
      In verità, il disegno di Napoleone III non era di far dell'Italia un solo Stato, ma una confederazione di più Stati dalla quale fosse esclusa l'Austria, togliendole la Lombardia ed il Veneto, ed annettendo quelle due provincia al Piemonte, non tanto perchè egli fosse assolutamente avverso allo schema d'un unico regno d'Italia, quanto per l'imaginaria impossibilità che le antiche capitali italiane, Napoli, Firenze, Torino, Parma, Modena, fossero per rassegnarsi giammai a divenire città di provincia: ma nella mente degl'Italiani il concetto della loro unità politica era di gran lunga più maturo di quanto Napoleone III, ed anche forse lo stesso Cavour, supponevano.


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Storia di un secolo dal 1789 ai giorni nostri
di Quirico Filopanti
Sonzogno Milano
1891-1892 pagine 307

   





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