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      Questa fu la celebre battaglia di Magenta. Gli Austriaci ne ebber la peggio, e vi perdettero due bandiere, quattro cannoni e quindici mila uomini, tra morti, feriti e prigionieri.
      Questa grande vittoria Francese spalancò ad essi ed ai loro alleati le porte di Milano, mentre gli Austriaci ritiravansi frettolosamente verso il Mincio. Non fa di bisogno il dire che i Milanesi fecero accoglienze cordiali e strepitose a Napoleone, e più ancora a Vittorio Emanuele. Il 10 di giugno gli Austriaci ricevevano una secondaria sconfitta a Melegnano, o Marignano, a quindici chilometri di distanza della capitale lombarda; cioè nel luogo stesso dove i Francesi ebbero un'altra ed ancora più celebre vittoria addì 14 di settembre 1515.
      La battaglia di Magenta ebbe per immediata conseguenza non solo la rivoluzione di Milano e di tutta la Lombardia, ma quella pure dei ducati e delle legazioni pontificie. Essendo partito da Bologna nel mattino del 12 di giugno il presidio Austriaco, i cittadini abbatterono lo stemma del governo pontificio sulla porta del Palazzo civico, e vi sostituirono la bandiera italiana a tre colori. Dietro l'esempio di Bologna si sollevarono Imola, Faenza, Forlì, Cesena, Rimini, Ravenna, Ferrara e le altre città e comuni delle legazioni; Modena, Reggio, Parma, Piacenza, e gli altri luoghi dei due ducati. Si sollevò pure Perugia, capitale dell'Umbria, a centoquaranta chilometri di distanza da Roma.
      Se non che una colonna di soldati Svizzeri, partiti da Roma, assalì Perugia nel giorno 20 di giugno.


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Storia di un secolo dal 1789 ai giorni nostri
di Quirico Filopanti
Sonzogno Milano
1891-1892 pagine 307

   





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