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      Ciò non ostante l'Albini si tenne in disparte dalla lotta. In uno scritto da lui pubblicato dipoi, addusse due discolpe che sono più presto una sua condanna. Disse che il segnale di chiamata mandatogli da Persano a bordo dell'Affondatore non gli parve un ordine superiore, perchè non veniva dalla nave ammiraglia. Il vero è che avrebbe dovuto muoversi anche senza un ordine espresso. L'altra scusa fu che aveva navi di legno. Non rifletteva che quelle dei nemici eran pure di legno.
      Persano, come se tutto ad un tratto fosse divenuto valoroso, si avvicinò al centro della mischia, e comandò la manovra necessaria per dar di cozzo, colla formidabile prora rostrata del suo Affondatore, contro il fianco della nave ammiraglia nemica, il Max. Stava il Max per ricevere quella morte che aveva inflitta al Re d'Italia; ma di repente il Persano mutò pensiero, o per la puerile e vil paura di soffrir egli stesso nello scontro, o per deferenza ad istruzioni secrete di non recar troppo danno all'armata nemica. Per colpire il fianco del Max faceva d'uopo continuar a correre con velocità accelerata a destra; ma Persano gridò al timoniere: a sinistra. - A destra, ammiraglio, dissero i marinai, credendo che si fosse sbagliato. Ma egli replicò: qui comando io: A sinistra. Così fu evitato il cozzo, in luogo del quale non fuvvi che un reciproco scambio di bordate d'artiglieria.
      Ribotti e Vacca, sotto ammiragli, mostrarono qualità tutto opposte alla inerzia di Albini, ed alla dappocaggine o mala volontà di Persano.


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Storia di un secolo dal 1789 ai giorni nostri
di Quirico Filopanti
Sonzogno Milano
1891-1892 pagine 307

   





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