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      Quella guerra produsse l'immediata distruzione della monarchia politica pontificia, della quale si voleva empiamente fare un dogma.
      Indicai il pretesto della guerra franco-germanica, cioè la guarentigia per la successione spagnuola, ed anche il vero motivo, cioè le antiche rivalità nazionali circa il possesso della riva sinistra del Reno. Per avere la probabilità di ottenere il favore della fortuna, bisogna non deridere la fortuna, nè bestemmiare la Provvidenza, come scioccamente fanno oggi i Francesi, ma far poco a fidanza con loro e tenere gli occhi ben aperti. Moltke non ebbe una cieca fede nella sorte, ma seguì sapientemente, energicamente, indefessamente il sistema di Federico II e di Napoleone I. Per lo contrario Napoleone III e Mac-Mahon, per fiacchezza di mente e di cuore, seguirono la tattica di Soubise, di Beaulieu e di Colli. Avevano un mezzo milione di soldati, ma li portarono sul terreno della battaglia a spizzichi, o li dispersero sopra una lunghissima linea. Moltke ne aveva altrettanti, ma seppe tenerli abbastanza uniti, soldati prussiani, bavaresi, sassoni, e quelli di tutte le altre parti della Germania, eccettuati quelli dell'Austria, la quale rimase neutrale.
      Così i tedeschi poterono successivamente battere i francesi in tutti gli scontri, col seguente ordine cronologico:
      Sconfitta e morte del generale Douay alla battaglia di Wissembourg, il 4 agosto 1870;
      Disfatta del maresciallo Mac-Mahon nella battaglia di Woerth, il 6 agosto;
      Disfatta del maresciallo Bazaine nella battaglia di Rézonville, il 18 agosto;


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Storia di un secolo dal 1789 ai giorni nostri
di Quirico Filopanti
Sonzogno Milano
1891-1892 pagine 307

   





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