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      Durante il giugno dello stesso anno, non unico ma principal difensore di Roma, combattè di nuovo contro di essi sul Gianicolo; la sera del 30 giugno venne all'Assemblea costituente a proporci di far saltare i ponti sul Tevere, come già Orazio Coclite aveva prima difeso, poi fatto realmente demolire il ponte Sublicio fra Roma ed il Gianicolo. Continuo a ricordare altre notabili date della vita di Garibaldi. Il 21 luglio 1860 egli vinse la battaglia di Milazzo; il 9 novembre 1860 rinunziò un regno, e tornossene povero a Caprera, al rovescio di ciò che fece Napoleone Bonaparte il 18 Brumale, ossia 9 novembre 1799. Il 21 luglio 1866, anniversario della battaglia delle Termopili, e di quelle delle Piramidi e di Milazzo, Garibaldi vinse la battaglia di Bececca; il 22 ed il 23 di gennajo 1871, combattè e vinse la battaglia di Digione in Francia. L'ultimo suo atto pubblico fu di intervenire personalmente alla commemorazione centenaria dei vespri siciliani del 1282, celebrata a Palermo nel 1882. Infine egli esalò la grande anima a Caprera il 2 di giugno dello stesso anno 1882.
      L'assoluta veracità è il primo fra i doveri dello storiografo; ma questa non gli toglie di esprimere la propria predilezione per gli uomini grandi e buoni, nè l'avversione pei tristi. I doveri della verità e dell'imparzialità comandano solamente allo storico di non nascondere i principali difetti dei quali non furono immuni anche gli eroi; nè la parte importante di bene che volontariamente od involontariamente fecero anche coloro che sono a considerarsi in complesso più cattivi che buoni.


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Storia di un secolo dal 1789 ai giorni nostri
di Quirico Filopanti
Sonzogno Milano
1891-1892 pagine 307

   





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