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      Chi trop'altro monta, con dolor dismonta.
      Chi ha tristo colore, non è buon' medico ne dottore.
      Chi compra, e mente, la sua borsa il sente.
      Chi va a Bologna, catta febre o rogna.
      Chi del suo dona, Dio gli ridona.
      Chi vuol tener l'occhio sano, legasi la mano.
      Chi pesca vna volta, di pescator ha nome.
      Chi mangia l'arosto, roda l'osso.
      Chi tutto dona, tutto abandona.
      Chi indura, vale e dura.
      Chi non merenda, a cena l'emenda.
      Chiamar la gatta gatta.
      Chi può ben morir, non cerchi indugio.
      Con l'error d'altri, il proprio si conosce.
      Chi perde la scrimia, mal si deffende.
      Chi ben serra, ben apre.
      Coloro c'hanno ducati, Signori son chiamati.
      Chi ha tempo, non aspetti tempo.
      Chi prima va al molino, prima macina.
      Chi non è d'amor' soggetto, non conosce alcun diletto.
      Chi ha paura d'ogni ortica, non pisci in herba.
      Con arte, e con inganno, si viue mezzo l'anno.
      Con inganno, e con arte, si viue l'altra parte.
      Chi ha fiele in bocca, non può sputar miele.
      Chi fà i fatti suoi, non s'imbratta le mani.
      Chi laua la testa a l'asino, perd'il sapone e la liscia.
      Chi ben siede, male pensa.
      Con piombo, si taglia il diamante.
      Cuore pieno, borsa vuota.
      Col tempo e con la paglia, si maturano le nespole.
      Chi è vergognoso, và da straccioso.
      Con i gatti, si pigliano i sorgij.
      Cattiuo è quel' vento, ch'a nissuno è prospero.
      Chi non vuol', quando puol', quando vorrà, non potrà.
      Chi troppo assottiglia, scauezza.
      Chi lingua ha, a Roma và.
      Cosa fatta, capo ha.
      Cane morto, non morde.
      Chi vuol l'incerto, vien dal certo a nulla.
      Chi contender non può, spesso ha contesa.


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Giardino di Ricreatione
di John Florio
Appresso Thomaso Woodcock
1591 pagine 169

   





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