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      Un grande camino antico di marmo nero, sormontato da putti e fregi di stucco, si apre nella parete di fronte alle finestre, e una colossale lampada di bronzo pende dal soffitto sopra un tavolo rotondo, zeppo, per solito, di giornali e di libri. Il mobile più singolare della sala è un grande orologio da muro, bellissimo lavoro del XVIII secolo, ritto fra le due finestre. La cassa, scolpita a mezzo rilievo, mostra scene allegoriche delle stagioni, che da una Fama volante e suonante scendono ad un'altra Fama addormentata, cui cadono le ali e la tromba. Il quadrante è sorretto da vaghe danzatrici, le ore; e sopra di esso si vede spiccare il volo una figurina alata col motto a' piedi:
     
      Psiche
     
      Ignoro se la nobile famiglia, cui appartiene da pochi mesi il Palazzo, vi abbia lasciata intatta la biblioteca; allora grandi scaffali altissimi ne nascondevano le pareti: i libri vi si erano andati accumulando da più generazioni di signori, molti disformi tra loro di opinioni e di gusti, cosicché ne durava la contraddizione in quelle scansie, e certe categorie di libri parevano attonite di sopravvivere a chi le aveva raccolte. Non vi era un libro di scienza fisica tra moltissime opere forestiere e nostrali di scienze occulte: dietro a libri d'ascetica o di teologia si celavano opuscoli soverchiamente profani. La biblioteca deve la sua fama a copiose e bellissime edizioni antiche di classici greci e latini, non che a un ricchissima collezione di novellieri italiani, di scritti matematici e d'arte militare, tutti anteriori all'Ottocento.


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Malombra
di Antonio Fogazzaro
pagine 519

   





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