Pagina (27/519)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Nel suo vocione di basso profondo si sentivano tesori di dolcezza e di collera. Questa voce si muoveva sempre con un'onda appassionata, gettando, piene di vita e di originalità le frasi più volgari; veniva vibrante su dalle cavità di un gran cuore, di un petto di bronzo, all'opposto di certe malfide voci acute che scoppiettano, si direbbe, alla punta della lingua.
      Egli vestiva un soprabito nero, lungo sino al ginocchio, con certe manicacce sformate da cui usciva la mano bianca e bellissima. Portava un cravattone nero; de' solini si vedevano appena le punte.
      Prima di tuttodiss'egli additando le librerie "mi permetto di presentarvi la società dove passo molte ore tutti i giorni. Vi è della gente come si deve, vi sono dei furfantoni e una forte maggioranza di imbecilli che io ho mandato, da buon cristiano, quanto più vicino al regno dei cieli ho potuto. Là ci sono poeti, romanzieri e letterati. Posso ben dire questo a Voi sebbene siete un poco uomo di lettere, perché l'ho detto anche al cavalier d'Azeglio, il quale, con tutte le sua manie di scombiccherar tele e di scriver frottole, ha un certo fondo di buon senso, e si è messo a ridere. Ci sono anche molti teologi lassù. Là, quei domenicani bianchi. Vengono da un Vescovo di Novara, mio prozio, che aveva molto tempo da buttar via. Quanto a' miei amici, spero che ne farete la conoscenza Voi stesso. Sono tutti sotto gli occhi e sotto la mano. E adesso andiamo, se Vi piace, a fare questo giro."
      Prese il braccio di Silla e uscì con lui.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Malombra
di Antonio Fogazzaro
pagine 519

   





Azeglio Vescovo Novara Silla