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      La sera di un giorno in cui vi era stato in casa Vostra un insolito affaccendarsi di servi, un trambusto d'operai e si eran portate montagne di dolci e di fiori, Vi posero a letto prima dell'ora solita. A tarda notte foste svegliato da un suono di musica. Poco dopo, l'uscio della camera si aperse. Vostra madre venne a chinarsi sopra di Voi, Vi baciò e pianse.
      Signor conte!
      esclamò Silla con voce soffocata "come fa Lei a sapere queste cose?"
      Alcuni anni più tardicontinuò senz'altro il vocione del conte "quando Voi ne avevate tredici, nel 47 insomma, avvenne in casa Vostra qualche cosa di straordinario."
      Il vocione tacque, il conte si fermò, lontano da Silla, con le spalle alla porta del giardinetto.
      Non è vero?
      diss'egli.
      Silla non rispose.
      Il conte riprese la sua passeggiata.
      È forse crudeleproseguì "di ricordare queste cose, ma io non sono amico di certe mollezze sentimentali moderne; io credo che è molto bene per l'uomo di ripassare ogni tanto le lezioni e i precetti ch'egli ha avuto, direttamente o indirettamente, dalla sventura, e di non lasciarne estinguere, di rinnovarne il dolore, perché è il dolore che li conserva. E poi il dolore è un gran ricostituente dell'uomo, credete; e in certi casi è un confortante indizio di vitalità morale, perché dove non vi è dolore, vi è cancrena. Dunque, nel 47 accadde in casa Vostra qualche cosa di straordinario. Andaste a dimorare parecchi giorni a Sesto, in casa C... La carrozza che vi ricondusse a Milano, si fermò davanti ad un'altra casa, in via Molino delle Armi.


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Malombra
di Antonio Fogazzaro
pagine 519

   





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