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      Il principe nero, se vuoi saperlo, mostra una trentina d'anni; non è bello, ma neanche si può dir brutto; ha degli occhi non privi d'intelligenza; alla mia cameriera potrebbe anche piacere. A me è antipatico, odioso, odiosissimo. Bada bene, non per gelosia di ereditiera in pericolo; non so abbassarmi a queste cose, non le comprendo neppure. E basta.
      Cosa faccio? Sempre la stessa vita. Leggo, suono, scrivo, passeggio, vado in barca, e adesso mi batto anche alla pistola con la noia. Alla lettera! Sai le belle pistole da sala che il povero papà aveva regalate a miss Sarah e a me? Dopo quattr'anni mi son ricordata d'aver qui le mie e tiro sulle statue del giardino, specialmente sopra una Flora annerita che somiglierebbe tutta alla mia istitutrice, se riuscissi a farle un viso butterato come aveva lei. Mi piglio poi dei divertimenti extra. Per esempio, una sera o l'altra voglio andar io al rendez-vous notturno che il vecchio medico ridicolo del paese cerca ottenere da Fanny. Mi affretto di dirti che aspetto la luna.
      Oh, e la corrispondenza amorosa? Troncata, mia cara, troncata netta dall'ultima lettera di Lorenzo che mi hai spedita. Così non avrai più scrupoli, non farai più ritirar lettere ferme in posta, almeno per conto mio. Egli voleva una passione azzurra, un legame filosofico sentimentale alla tedesca, figurati! e si è offeso del mio tono leggero, mi ha scritto, per rompere, una tirata piena di fuoco e d'orgoglio con certe sciabolate che vi gettano un ghiaccio nel sangue. Mi fa l'onore di attribuirmi qualche spirito; e poi, giù una sciabolata: cos'è lo spirito?


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Malombra
di Antonio Fogazzaro
pagine 519

   





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