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      Folla e grida intorno ai rivenditori di ciambelle e di confetture, folla e grida intorno ai venditori di zufoli e di trombette che si spargevano sonando dappertutto. Sotto i noci e fra le macchie d'alloro che pendono sopra la chiesa, strepitavano bevitori e mangiatori. Un po' in disparte si raccoglieva il fiore del bel sesso di R... e dei dintorni; mamme e nonne tutte linde, ridenti nelle loro cuffie, spose poderose chiuse in certe campane di seta nera con tanto di catena d'oro, di pendenti d'oro, di spilloni d'oro; ragazze serie e pudibonde sotto i cappellini e nastri di una civetteria furiosa. I preti giravano lentamente tra le ondate della folla, pettoruti, accesi in faccia, col berretto a croce sulla nuca, e il sigaro di virginia in bocca. Un branco di monelli s'era precipitato per l'uscio del campanile ad avvinghiar freneticamente le corde delle tre campane che suonarono e suonarono senza misura né decoro, come vecchie impazzite, sinché il sagrestano assalì quei demoni a moccoli, a scappellotti, a strappate; e fattili rotolar fuori dall'uscio in un mucchio, assestò loro un calcio collettivo e diede alla chiave una furibonda mandata. Il Rico, ch'era lì presso col suo zufolo in bocca, aiutò, ci duole il dirlo, le prepotenze dell'autorità ecclesiastica, e si mise ad inseguire i rei gridando: "Aspetta me! Aspetta me!". Ma nessuno lo aspettò, ed egli, correndo all'impazzata, capitò invece come un montone tra le gambe del cappellano di..., il quale gli diede del "maledetto asino", una buona scrollata e uno scapaccione di congedo.


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Malombra
di Antonio Fogazzaro
pagine 519

   





Rico