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      Movo io.
      Porse la mano, la tenne un momento sospesa sui pezzi.
      La lama di luce ch'entrava fra le imposte socchiuse le batteva sui capelli capricciosi, sulla guancia pallida, sull'orecchio delicatissimo, sulla piccola mano bianca sospesa in aria, lumeggiata, nell'ombra, di trasparenze rosee, mostrava una bella figura tranquilla, intenta al giuoco. Silla non era così tranquillo, pensava involontariamente, guardandola, che l'avrebbe baciata e morsa. Donna Marina prese il pedone della regina bianca e lo gittò nel bossolo.
      Crede proprio di non essere inferiore?
      diss'ella.
      Non so come Lei giuochirispose Silla movendo un alfiere.
      Ella mise un breve riso metallico guardando l'alfiere nemico, e disse:
      Vede, io so invece come giuoca Lei. Lei giuoca prudente. Ha paura di perdere, non di vincere.
      A questo punto il dottore spinse l'uscio, e vista la partita impegnata, si fermò. Marina parve non vederlo. Quegli richiuse l'uscio piano piano.
      Cosa fa adesso?
      proseguì Marina con accento più vibrante. "Perché non esce fuori con la Regina? Perché non attacca sinceramente?"
      Io non attacco. Mi basta difendermi, e Le assicuro, marchesina, che lo posso fare abbastanza bene. Perché vorrebbe Lei che attaccassi?
      Perché allora la finirei più presto.
      Secondo.
      Si providisse Marina.
      Silla chinò la testa, con intensa attenzione, sullo scacchiere.
      Donna Marina fece un atto d'impazienza e si alzò in piedi.
      È inutile che studii tantodiss'ella. "Le assicuro che non vincerà. Non vincerà" ripeté scompigliando con la mano e rovesciando i pezzi.


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Malombra
di Antonio Fogazzaro
pagine 519

   





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