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      Allora qualcuno disse che il signor Silla si era ritirato in camera e che per quella sera non sarebbe disceso. Il zuruch che gli aveva tenuto compagnia un pezzo, n'era uscito tutto stravolto. Altro fatto strano; il signor Silla aveva mandato a riprendere i suoi rasoi che il giardiniere doveva portar seco a Como per farli affilare.
      Sta a vederedisse Fanny "che quello stupido lì è capace di ammazzarsi senza dare un quattrino di mancia a nessuno!"
      Zitta! Andiamo!
      disse la Giovanna. "Se il signor padrone avesse a sapere di questi discorsi! E poi, per quel che ci ha fatto Lei!"
      A me non toccarispose Fanny. "Sicuro che non mi degnerei di attaccargli neppure un bottone. Ho visto la bella roba da straccione che ha! più chic il dottore, di quello lì."
      Appena nominato il dottore, Fanny fece una risatina.
      Povero dottore!
      diss'ella, e giù un'altra risatina; poi un'altra, poi un'altra; né volle mai dire perché ridesse.
      E anche nella sala dov'erano riuniti gli ospiti del Palazzo, a chi si pensò se non a Silla e a quello che farebbe? Nessuno ne parlò, perché donna Marina era presente e il conte non sapeva ancor nulla dell'accaduto. Il conte non capiva queste lettere urgenti dodici ore prima della partenza della posta, ma tacque. Marina era gaia. Nel riso argentino che saltava spesso dalla sua voce dolce e vellutata, come il sonaglio di un folletto nascosto, si udiva una nota trionfante. Qualche volta rideva anche lei come Fanny, senza ragione, distratta. Rise molto appena partito il dottore. Insomma non pareva punto preoccupata dell'assenza di Silla.


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Malombra
di Antonio Fogazzaro
pagine 519

   





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