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      Il conte seguitò a discorrere senza volger il capo né gli occhi, come se il suo interlocutore non si fosse alzato in piedi e non avesse fatto un profondo inchino verso la porta. Solo quando, finito il pranzo, si alzò, egli le disse con insolita freddezza e tranquillità:
      Favorite di passare da me fra un'ora.
      Marina lo guardò come sorpresa; poi disse con un leggero scatto d'ironia sulla prima sillaba:
      Favorirò.
      Aspettò quasi un'ora e mezzo; poi mandò Fanny a vedere se il conte fosse in biblioteca. La risposta fu che ve l'aspettava da mezz'ora.
      Ella entrò nella biblioteca a passo lento, con l'aria di chi pensa al mondo della luna, fece un largo giro verso la porta che mette nel giardino e venne a lasciarsi cadere sopra una sedia a bracciuoli, di fronte al nemico.
      Vi avverto prima di tuttocominciò il conte "che coloro i quali mi fanno l'onore di abitare in casa mia, mi debbono di essere civili. Non è una pigione troppo forte e da oggi in poi me la pagherete, perché io ho la debolezza di esigere, presto o tardi, i miei crediti. Se non conoscete le monete potrò darvi qualche piccola lezione."
      Gli occhi di Marina scintillarono, le sue labbra si apersero.
      Non rispondetetuonò il conte.
      Ella balzò in piedi. Voleva ribellarsi, parlare, e non poteva. Forse troppe parole le facevan ressa alla gola; forse nel momento di prorompere temé tradire il segreto di cui sentiva confusamente che doveva riserbarsi per un giorno premeditato, per un'ora invariabile, prefissa dalla sua volontà e dal destino.
      Non rispondete


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Malombra
di Antonio Fogazzaro
pagine 519

   





Fanny Marina