Pagina (163/519)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Essa conosceva già il mondo assai meglio di lui che ne aveva veduto tanto.
      Entrarono, la figlia a braccio del padre. Era la curiosa Fanny, che stava sulla soglia con una candela in mano.
      Buona seradisse Edith.
      Fanny, che non teneva in gran stima "lo straccione" Steinegge, arrischiava un risolino beffardo quando Edith passò davanti a lei salutandola. Il risolino le morì sulle labbra ed ella s'inchinò graziosamente senza salutare.
      In qual modopensava "il vecchio zuruch può avere dimestichezza con una damigella così?"
      Aveva visto una bellezza delicata e seria, una persona elegante; aveva notato il passo, l'atto di saluto, la voce dolce e bassa, la semplicità severa dell'abito; e con la sua esperienza delle vere signore, aveva giudicato assai bene di Edith.
      Fateci lumedisse Steinegge.
      Fanny lo guardò, meravigliata. Dove aveva egli preso tanta audacia? Di solito osava appena pregare i domestici. Davvero pareva cresciuto di un palmo e camminava impettito come un soldato che dia il braccio a una regina. Fanny obbedì.
      Steinegge presentò sua figlia senza la umiltà ossequiosa ch'è debito di chi presenta una parente ai propri superiori. Il conte Nepo e donna Marina si mostrarono freddissimi. Il conte Cesare fu cordiale. Si alzò in piedi, prese con sincera compiacenza la mano della giovinetta e le parlò col suo vocione benevolo della stima e dell'amicizia che aveva per suo padre. La contessa Fosca chiedeva spiegazioni all'uno e all'altro e non arrivava mai a capire. Quando ci arrivò "Oh che caso, oh che caso!


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Malombra
di Antonio Fogazzaro
pagine 519

   





Fanny Edith Steinegge Edith Edith Steinegge Nepo Marina Cesare Fosca