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      A suo avviso le cose procedevano in modo abbastanza soddisfacente. La gamba destra aveva riacquistati, in parte, alcuni movimenti e anche il braccio non era più completamente inerte. Nell'intelligenza e nella favella i progressi erano, per verità, meno sensibili, ma si poteva, anzi si doveva ritenere che col tempo si sarebbe ottenuto molto; se non la guarigione completa, almeno...
      Colui era giunto a questa svolta promettente della sua prognosi quando si fermò alzando il mento e guardando con gli occhi socchiusi oltre alla cerchia dei suoi uditori. Fece quindi un cenno rispettoso di saluto. Tutti si voltarono; era donna Marina.
      Il gruppo allora si agitò e si scompose in movimenti diversi.
      La contessa Fosca e Nepo si avvicinarono a Marina, gli altri fecero posto; tutto questo lentamente e senza parole. Nepo guardava la sua fidanzata con due grossi occhi stupidi, sgomenti.
      Buona serasussurrò Marina. Poiché il medico taceva, gli disse un po' più forte con la sua voce noncurante: "Prego".
      Ell'era vestita di nero o di azzurro carico; non si poteva distinguer bene.
      Appena si vedeano le linee eleganti della bella persona, i grandi occhi, il pallore uniforme del viso e del collo. Si guardò un momento alle spalle, quasi cercando una sedia. Nepo insistette perché sedesse sul canapè, ma ella scelse una poltrona proprio in faccia al medico.
      Almenoproseguì costui, incerto, magnetizzato dagli occhi grandi che lo fissavano "l'uso delle gambe... fors'anche, in parte, l'uso del braccio... dico in parte, in parte.


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Malombra
di Antonio Fogazzaro
pagine 519

   





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