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      Ogni cancello, ogni porta s'erano aperti a quest'ospite, con l'atterrita obbedienza muta di servi sorpresi dal ritorno impensato del signore. Era salito sino alla camera del conte, e ciascuna pietra della casa aveva intanto sussurrato alla vicina il suo funebre nome:
      MORTEMarchesina, marchesina!
      esclamò Fanny entrando. Vide Silla e tacque, fulminata. Silla si staccò da Marina, si trasse un passo indietro. Marina, sorpresa un momento, si riebbe tosto, gli riprese la mano sdegnando dissimulare, vibrò a Fanny un imperioso:
      Che hai?
      Il signor conte!
      rispose Fanny.
      Ebbene?
      C'è venuto un altro accidente un'ora fa e adesso è dietro a morire! Han detto di venir giù, di far presto.
      Marina spiccò un salto verso la cameriera.
      Muore?
      diss'ella.
      Fanny aveva ben visto alla sua padrona, da tre giorni, degli occhi strani; mai come in quel punto. Sgomentata, non rispose. Stava sulla porta col lume in mano, scarmigliata, nudo il collo, guardando Marina con occhi stralunati, torbidi ancora di sonno.
      Vieni!
      disse Marina a Silla, e si slanciò, tenendolo per mano, nel corridoio oscuro.
      C'è giù anche il pretedisse Fanny ripigliando fiato.
      Silla aveva voluto, al primo momento, resistere, gittar da sé la mano nervosa che lo stringeva, ma una voce gli aveva gridato dentro: "Vile! adesso l'abbandoni?". Seguì Marina. Fanny veniva lor dietro tenendo alto il lume, stupefatta, ricacciandosi in gola una fila di esclamazioni.
      Il lume stesso pareva agitarsi pieno d'angoscia come se giungesse incontro ad esso, pel corridoio nero, il soffio grave e solenne della morte.


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Malombra
di Antonio Fogazzaro
pagine 519

   





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