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      ..! Oh, ma come, come mi ha nascosto questo!"
      Alzò le mani giunte al cielo, le scosse nervosamente.
      La prima sera, sì, m'era venuto in mente e anche il mattino dopo, quando l'ho accompagnata a Messa, qui nella Vostra chiesa: ma poi ella era sempre così affettuosa, così tenera con me! Mi parlava spesso di religione, ma solo raccontando i suoi pensieri, i suoi sentimenti, come se questa cosa riguardasse lei e non me. Io ascoltava con gran piacere, come Voi che siete Italiano e volete restare italiano ascoltereste mia figlia, se vi parlasse del nostro mondo tedesco, della nostra poesia e della nostra musica. Quando ho cominciato a venire in chiesa, a pregare con lei, godeva sì, ma pareva quasi temere che io mi tediassi, che io facessi per compiacere a lei. Solo di una cosa mi pregava con passione: ch'io perdonassi.
      E ha perdonato?
      disse don Innocenzo.
      Io ho fatto i più grandi sforzirispose Steinegge commovendosi. "Io ho, non perdonato, dimenticato quelli che hanno fatto male a me; e anche per gli altri..." La voce gli morì in gola soffocata. "Ho fatto quel che ho potuto" diss'egli.
      Don Innocenzo, pure commosso, tacque. Forse la coscienza lo accusava di ricordare con soverchio sdegno, egli prete, certe offese troppo men gravi di quelle patite dal povero Steinegge, cristiano senza saperlo, più cristiano di lui.
      Il vento parlava per le macchie, per i capi frondosi degli alberi: lo si vedeva correre sul velluto dell'erba, cangiarne il verde.
      Bel tempo!
      disse Steinegge, lottando ancora con l'emozione.


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Malombra
di Antonio Fogazzaro
pagine 519

   





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