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      De' ragazzi passarono il cancello del cortile, scivolarono in casa essi pure, saliron le scale. Volevano entrare nel salotto, sapevano che l'uomo era là. Ne uscì il dottore entratovi un momento prima.
      Viadiss'egli con voce terribile.
      I ragazzi fuggirono.
      Quegli parlò a qualcuno ch'era rimasto dentro.
      Fino a che non venga il pretore, nessuno!
      Poi chiuse l'uscio.
      Il Vezza e gli altri si strinsero attorno affannati.
      Euh?
      diss'egli. "Non ve l'ho detto prima? Passato il cuore."
      Una finestra della sala era stata spalancata. Egli vi accorse e dietro a lui, in silenzio angoscioso, tutti: il Vezza, la gente di servizio, i due contadini. Fu aperta anche l'altra finestra. Saetta era già lontana a capo d'una lunga scia obliqua sul lago quasi tranquillo. Marina si vedeva bene, si vedeva l'interrotto luccicar dei remi. Il Vezza, ch'era miope, disse:
      È ferma.
      Intatti non pareva avanzasse.
      No, norisposero gli altri.
      Uno dei contadini, soldato in congedo, ch'era salito sopra una sedia per veder meglio, disse:
      Con una carabina la butterei giù.
      Fanny andò via singhiozzando, poi tornò a guardare.
      Ma, per Dio, dove va?
      esclamò il dottore.
      Nessuno rispose.
      Un minuto dopo, il contadino ch'era in piedi sulla sedia, disse:
      Va in Val Malombra. È dritta in mira alla valle.
      Fanny ricominciò a strillare. Il dottore l'abbrancò per un braccio, la trascinò via e le impose di star zitta.
      Perché in Val Malombra?
      diss'egli.
      C'è un sentiero che passa la montagnarispose l'altro "e mena poi giù sulla strada grossa."
      Non si può prenderlo quel sentiero dalla riva di Val Malombra


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Malombra
di Antonio Fogazzaro
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