Pagina (516/519)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Hanno scritto a' suoi parenti?
      Non lo so.
      Già non lo amavano neppur essi. Vorrei pensare io per una memoria, come posso. Bisognerebbe che mi aiutasse Lei perché nessuno ha da saper niente e mio padre meno di tutti.
      Don Innocenzo le prese una mano, gliela strinse silenziosamente.
      Le manderò un piccolo disegno da Milano
      disse ella. "Per questa cosa Lei mi scriverà ferma in posta."
      Farò tuttorispose il prete "come per un fratello." L'olio della lucerna veniva meno, la notte entrava nella camera.
      Don Innocenzo si alzò.
      Adesso vada a riposarediss'egli. Ma Edith chiese di aspettare un poco onde ricomporsi pel caso che suo padre non dormisse ancora e la chiamasse.
      Guardidisse affacciandosi alla soglia "che pace!"
      S'appoggiò allo stipite contemplando il cielo che si veniva coprendo di nubi. Però molte stelle scintillavano ancora in mezzo a grandi finestre azzurre. L'orologio della chiesa suonò le undici.
      Un'oradisse Edith "e poi è finito anche questo giorno. Mi pare che domani il sole nascerà di un altro colore e che lo vedrò poi sempre così. Quanti anni ancora?"
      Oh molti, molti. Glielo auguro con tutto il cuore.
      Non so. Penso a mia madre.
      Perché a Sua madre?
      Edith non rispose, prese un bastone ch'era lì fuori appoggiato al muro e tracciò con la punta dei segni sulla ghiaia.
      Cosa fa?
      chiese il curato.
      Nulladiss'ella e colla punta stessa diede di frego a quei segni.
      La finestra di suo padre fu aperta in quel momento. Lo si udì esclamare:
      Cosa è questo? Ancora alzati?...
      Ancora, papà. Non senti che notte dolce?


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Malombra
di Antonio Fogazzaro
pagine 519

   





Innocenzo Milano Innocenzo Edith Edith