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      Lo zio gliel'aveva consegnata prima di partire dicendogli che, ad un bisogno, avrebbe trovato un po' di cum quibus nel primo cassetto. Aprirono. V'era un rotolo di svanziche, alcune lettere e carte, dei portafogli e dei taccuini vecchi, dei compassi, delle matite, una scodellina di legno con varie monete.
      L'aggiunto esaminò ogni cosa minutamente, scoperse fra le monete della scodellina uno scudo di Carlo Alberto e un pezzo di quaranta lire del Governo Provvisorio di Lombardia. "Il signor ingegnere in capo", disse l'aggiunto, "ha conservato queste monete con una cura straordinaria! D'ora in poi le conserveremo noi." Chiuse il cassetto e restituì la chiave senza aprire gli altri.
      Uscì poi nel corridoio e si fermò, incerto. Il Ricevitore lo credette disposto a scendere e siccome il corridoio era quasi buio e la scala non si vedeva, s'incamminò egli, come più pratico, a destra, verso la scala, dicendo: "Di qua". La stanza della sciabola era a sinistra.
      Aspetti
      , disse l'aggiunto. "Guardiamo anche qui dentro." E voltosi a sinistra spinse quel tale uscio. Luisa, ch'era rimasta l'ultima del seguito, giunto il momento supremo, si fece avanti. Il cuore, che durante l'indecisione dell'aggiunto le aveva martellato a furia, si chetò come per miracolo. Ora ella era fredda, intrepida e pronta.
      Chi dorme qui?
      , le chiese l'aggiunto.
      Nessuno. Dormivano qui i genitori di mio zio che sono morti da quarant'anni. Dopo non vi ha più dormito nessuno.
      Nella camera v'erano due letti, un canapè, un cassettone.


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Piccolo mondo antico
di Antonio Fogazzaro
pagine 421

   





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