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      , esclamò Luisa.
      L'aggiunto si strinse nelle spalle e ripeté a Franco: "Dentro un quarto d'ora. Lei! Vada pure nella Sua camera". Franco trascinò via Luisa, la supplicò di tacere, di rassegnarsi per amor di Maria. Egli pareva un altro, non mostrava né dolore né collera, aveva nel viso e nella voce una dolcezza seria, una virile tranquillità.
      Mise nella valigia poca biancheria, un Dante e un Almanach du jardinier che aveva sul tavolino da notte, si chinò un momento su Maria che dormiva e non le diede un bacio per non svegliarla, baciò invece Luisa e, poiché stavano sotto gli occhi dei gendarmi posti alle due uscite della camera, si sciolse presto dalle sue braccia dicendole in francese che non conveniva dare spettacolo a quei signori. Prese la valigia, andò a porsi agli ordini dell'aggiunto.
      Questi aveva la barca a cinquanta passi da casa Ribera, verso Albogasio, all'approdo che chiamano del Canevaa. Uscendo dal sottoportico cavalcato dalla casa, Franco si udì sopra la testa uno strepito d'imposte, vide batter sulla faccia bianca della chiesa il lume della sua camera e si voltò a dir verso la finestra:
      Manda a chiamar il medico, domattina! Addio!
      Luisa non rispose.
      Quando i gendarmi arrivarono con l'arrestato presso il Canevaa, l'aggiunto comandò loro di fermarsi.
      Signor Maironi
      , diss'egli, "Ella ha avuto la sua lezione. Per questa volta ritorni a casa Sua e impari a rispettare le Autorità."
      Meraviglia, gioia, sdegno scoppiarono nel cuore di Franco. Si contenne, però, si morse le labbra e si avviò a casa senza fretta.


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Piccolo mondo antico
di Antonio Fogazzaro
pagine 421

   





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