Pagina (183/421)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      La povera mamma aveva vissuto, io credo, in un mondo superiore prima che in questo: aveva sempre il cuore là.
      Ella non disse tutto il suo pensiero. Pensava che se le anime buone di questo mondo fossero simili nella mansuetudine religiosa a sua madre, la terra diventerebbe il regno dei bricconi e dei prepotenti. E quanto ai dolori che non vengono dagli uomini ma dalle condizioni stesse della vita umana, le pareva di ammirar coloro che vi resistono per una forza loro propria sopra quegli altri che invocano e ottengono aiuto dallo stesso Essere onde furono percossi. Ma ella non voleva confessar questi sentimenti a suo marito. Espresse invece la speranza che lo zio non avesse a incontrar mai afflizioni gravi. Possibile che il Signore volesse far soffrire un uomo tale? "No no no!", esclamò Franco, che in un altro momento non avrebbe osato, forse, ammonire Iddio a questo modo. Un soffio del Boglia calò per la gola di Muzài, agitò le frondi alte dei noci. A Luisa quello stormire parve legarsi con le ultime parole di Franco: le parve che il vento e i grandi alberi sapessero qualche cosa del futuro e ne bisbigliassero insieme.
     
     
      5. Il segreto del vento e dei noci
     
      La febbre di Maria non durò che otto giorni, eppure quando la piccina si alzò i suoi genitori la trovarono mutata nel viso e nello spirito più che se gli otto giorni fossero stati otto mesi. Gli occhi avevan preso un colore più oscuro, una singolare espressione di serietà e di maturità precoce. Parlava più chiaro e spedito, ma con le persone che non le garbavano non parlava affatto; neanche le salutava.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Piccolo mondo antico
di Antonio Fogazzaro
pagine 421

   





Essere Franco Iddio Boglia Muzài Luisa Franco Maria