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      Pregò il Signore, pregò il Maestro così dolce ai bambini, pregò Maria, pregò la santa nonna Teresa, pregò la sua propria mamma di cui sapeva ch'era stata tanto pura e tanto religiosa: "Custodite, custodite la mia Maria!". Offerse tutto se stesso, la felicità terrena, la salute, la vita purché Maria fosse salva dall'errore.
      Papà
      , disse Ombretta. "Un bacio."
      Egli si sporse dal letto, si chinò a cercar con le labbra il caro visino e poi le disse di tacere, di dormire. Ella tacque un minuto e chiamò:
      Papà
      .
      Cosa?
      Non ho mica il mulo sotto il guanciale, sai, papà.
      No, no, cara, ma dormi.
      Sì, papà, dormo.
      Tacque un altro minuto e poi:
      La mamma è a letto, papà?
      No, cara.
      Perché?
      Perché ti fa le scarpette.
      Le porto anche in Paradiso, io, le scarpette, come il bisnonno?
      Taci, dormi.
      Contami una storia, papà.
      Egli si provò ma non aveva la fantasia né l'arte di Luisa e s'imbarazzò presto. "Oh papà", disse Maria con l'accento della compassione, "tu non sai raccontar le storie."
      Questo lo umiliò. "Senti, senti", rispose, e si mise a recitare una ballata di Carrer,
     
      Al bosco nacque, povera bambina,
      Gerolimina,
     
      rifacendosi, dopo quattro strofe che ne sapeva, sempre da capo, con intonazioni sempre più misteriose e abbassando via via la voce in un bisbiglio inarticolato, fino a che Ombretta Pipì, cullata dal metro e dalla rima, entrò con essi nel mondo dei sogni. Quando la udì dormire in pace gli parve così crudele di lasciarla, gli parve d'essere un tal traditore che vacillò nel suo proponimento. Si rimise subito.


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Piccolo mondo antico
di Antonio Fogazzaro
pagine 421

   





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