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      Qui la buona donna si cacciò mezzo il braccio sinistro in tasca, ne cavò una barchetta di metallo, pregò Luisa di darla alla sua figliuola nel nome di un'altra vecchia barca sdruscita che non voleva essere nominata. Poi scappò giù per le scale e scomparve.
      Luisa tornò alla lettera incominciata per Franco e dopo aver meditato lungamente con la penna in mano, la ripose senz'avervi scritto parola, prese le carte del notaio, si mise a copiare.
      A pranzo non parlò mai. Il pranzo fu triste anche perché la Cia fece un'osservazione inopportuna sulla mancanza di formaggio nella minestra che così non poteva piacere al suo padrone; e il suo padrone s'arrabbiò, le disse ch'era una fatua e che se la minestra era senza formaggio, lei era senza sale. "Già", mormorò la Cia, "s'arrabbia solo con me." L'argomento suggeriva tante cose amare e inutili a dire che nessuno parlò più. Solo Maria uscì, dopo qualche minuto, a osservare con una piccola aria di sapienza: "Perché non abbiamo denari, non è vero, mamma, non bisogna mettere il formaggio nella minestra?". Sua madre la baciò e le disse di tacere. La piccina tacque, contenta di se stessa. La finestra era aperta, si udirono alcune voci schiamazzar forte nella strada verso la scalinata del Pomodoro e Luisa riconobbe quella di Pasotti che certo ritornava allora da Lugano con le provvigioni e parlava così forte apposta per farsi udire a casa Ribera.
      Dopo pranzo lo zio Piero sedette nella sua poltrona, in loggia, e si prese Maria sulle ginocchia. Luisa uscì sola in terrazza.


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Piccolo mondo antico
di Antonio Fogazzaro
pagine 421

   





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