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      , brontolò la Cia. "Non è buono per queste cose. Ci soffre e niente altro."
      Adesso si udivano, insieme ai gemiti, voci tenere e baci.
      L'ingegnere puntò i pugni sul canapè e rimase un momento a capo chino. Poi si alzò, non senza stento, e disse al medico:
      Debbo andar solo?
      Desidera che ci sia anch'io?
      Sì.
      Va bene. Del resto sarà inutile. Forzare non vorrei ma tentare bisogna.
      Il dottore mandò via le donne ch'erano ancora nell'alcova, poi si volse dall'entrata all'ingegnere e gli fe' segno di venire.
      Donna Luisa
      , diss'egli dolcemente. "C'è lo zio, il suo caro zio, che viene a pregarla."
      Il vecchio entrò col viso pacato ma vacillando. Fatti due passi nella camera si fermò. Luisa era seduta sul letto con la sua bambina morta in braccio, la stringeva, la baciava sul viso e sul collo, gemeva, premendovi su le labbra, gemiti lunghi, inesprimibili.
      Sì sì sì sì
      , diss'ella, quasi con un sorriso tenero nella voce. "È il tuo zio, cara, è il tuo zio che viene a trovar il suo tesoro, la sua Ombretta, la sua Ombretta Pipì che gli vuol tanto bene. Sì sì sì sì."
      Luisa
      , disse lo zio Piero, "quietati. Tutto è stato fatto quel che si poteva fare, adesso vieni con me, non star più qui, vieni con me."
      Zio zio zio
      , fece Luisa con una voce grossa di tenerezza, senza guardarlo, stringendosi il cadavere sul seno, cullandolo. "Vieni qua, vieni qua, vieni qua dalla tua Maria. Vieni, vieni qua da noi che sei il nostro zio, il nostro caro zio. No, cara, no, cara, non ci abbandona mica il nostro zio."
      Lo zio tremò, il dolore lo vinse un momento, gli strappò un singhiozzo.


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Piccolo mondo antico
di Antonio Fogazzaro
pagine 421

   





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