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      Ho avuto torto di metter questo in dubbio, lo confesso, poiché tu sei talmente sicura di non ingannarti e poiché conosco abbastanza l'onestà del professor Gilardoni. Ma vi è poi per me una questione di sentimento. Io so che la mia dolce Maria vive con Dio, io ho la speranza di andare un giorno, con altre anime a me care, dov'ella è. Se mi comparisse spontaneamente, se udissi, senz'averla chiamata, il suono della sua voce viva e vera, forse non potrei sopportare una gioia così grande; chiamarla, costringerla di venire non vorrei mai. Mi ripugna, è contrario a quel senso di venerazione che ho per un Essere tanto più vicino a Dio di me. Anch'io, Luisa, parlo al nostro tesoro ogni giorno, le parlo di me e anche di te, sapendo che ci vede, che ci ama, che potrà molto ancora, in questa vita stessa, sopra di noi. Tali vorrei pure i colloqui tuoi con essa; e se rispondendo alla lettera in cui alludevi a una comunicazione di lei mi sono espresso con acerbità, perdonami in grazia non solamente del mio cattivo carattere ma delle idee altresì e dei sentimenti che sono come parte della mia natura.
      Perdonami pure in grazia della sovreccitazione immensa in cui si vive qui. La mia gola sta bene; da quando si parla di guerra ho gittato canfora e acqua sedativa, ma i nervi sono tesi straordinariamente, mi par che a toccarli dieno scintille. Questo viene anche dall'intenso lavoro che abbiamo al Ministero, dove non c'è più orario e chi più gode fiducia, sia pure un segretariucolo, più deve sgobbare.


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Piccolo mondo antico
di Antonio Fogazzaro
pagine 421

   





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