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      Una volta fui condotto a vedere l'abbazia di Praglia, negli Euganei, che Lei conosce; dev'essere a sei o sette miglia da qui. Là, proprio nelle logge del cortile pensile, mi venne l'idea di farmi benedettino. Avevo quindici anni, allora. Ne parlai a don Paolo e don Paolo mi disse ch'ero troppo giovine per pensare a queste cose. Capii da certe vaghe parole del mio confessore che il discorso era stato riferito in famiglia, che l'avevano preso sul serio e ch'erano contrarissimi. Infatti mi mandarono a viaggiare con don Paolo, mi fecero condurre qualche volta al teatro da un amico di casa. Io avevo sempre combattimenti interni, ma duravo fermo nel mio proposito. Studiavo il latino e il greco assai volentieri ed ero contento che il mio tutore non mi facesse seguire un corso regolare di studi perchè prima ancora di pensare a farmi frate, quando mi avevano detto che gli studi regolari potevano solamente condurmi a diventare avvocato, o impiegato, o medico, o ingegnere, o professore, n'ero rimasto sorpreso e afflitto. Non mi sentivo nato ad alcuna di queste vie, avevo creduto che nel mondo ve ne fosse un'altra buona per me, mi accoravo del mio inganno come di non saper decifrare in me stesso i desideri che mi rendevano inquieto. L'idea di farmi religioso mi parve una rivelazione, mi diede un benessere profondo, per qualche tempo; vorrei dire fino a sedici anni. A sedici anni un certo senso di diventar diverso io e di veder diverse tutte le cose, certi sguardi, nuovi, di donne, certe rivelazioni del mondo e della vita mi sconvolsero l'anima.


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Piccolo mondo moderno
di Antonio Fogazzaro
Ulrico Hoepli Milano
1909 pagine 344

   





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