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      disse don Giuseppe dolcemente, "si faccia coraggio."
      Sì, caro don Giuseppe, mi farò coraggio. Lei ricorda che Le ho parlato di una signora? Di una signora che incontrai un giorno in ferrovia, e che poi mi scrisse un biglietto al quale risposi in iscritto per togliermi alla tentazione di andare da lei? Bene...
      Ah!
      fece don Giuseppe, sottovoce, involontariamente.
      Aspetti!
      esclamò il giovine. "Forse Lei pensa cose peggiori di quelle che adesso Le dirò. Senta, non so perchè farei misteri con Lei in un momento come questo. La signora è la Dessalle di villa Diedo. Ne avrà sentito parlare. Male? Molto male?"
      Ecco, sì, non tanto benerispose don Giuseppe imbarazzato, masticando le parole: "non tanto bene. Però mi parve che in fin dei conti se ne parlasse vagamente, che fossero dicerie, supposizioni..."
      Qui, nel voler intravvedere la possibile falsità della maldicenza, i begli occhi del vecchio diedero un lume lieto. Maironi, alla vista di quel lume benevolo, al pensiero che don Giuseppe fosse mitemente disposto verso la persona di cui gli stava parlando come di un pericolo, riprese e strinse la mano del vecchio, lo interrogò con lo sguardo, inconsciamente, quasi sperando una parola indulgente al suo sentimento. Don Giuseppe non capì.
      Cosa?
      diss'egli.
      La benigna luce era già sparita dagli occhi suoi. Maironi riprese triste:
      Niente. Cosa dicevo? Credo che l'abbiano calunniata e che se in principio si son raccontate delle storie odiose, adesso non se ne raccontino più. La credo pura. Lei sa ch'è divisa dal marito?


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Piccolo mondo moderno
di Antonio Fogazzaro
Ulrico Hoepli Milano
1909 pagine 344

   





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