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      Riconobbe a un tratto il chiaror largo, il quadrato di arcate, il puteale nel mezzo, il tabernacoletto sull'angolo del refettorio. Trasalì, si arrestò. Era il posto della commozione inesplicabile, della presenza misteriosa, che due volte, a intervalli di anni, aveva sentito. Sul piano del cortile, sulle fronti delle arcate, un crescente lume di sole veniva più e più colorando le pietre austere come un'ascensione interna di vita, di senso, di parola. La prima volta lo Spirito del monastero aveva inebriato il giovinetto di desiderio, aveva la seconda volta percosso l'uomo di rimprovero; adesso lo respingeva da sè, muto.
      Ebbene, caro Maironi, che fa? Venga! Ci sono cose meravigliose, qui!
      Dessalle trascinò Piero nella loggia, gli mostrò la cresta scura del colle imminente al tetto della loggia opposta. "Faccia grazia, Praglia è l'abbazia del Morgante, del mio divino Morgante! Quello è il monte dei giganti! Che stava pensando, Lei? Non ci pianti! Pensi che oggi dovevano venire a Villa Diedo la contessa Importanza e le contessine Importanzète e noi le abbiamo piantate per Lei!"
      Avevano riso insieme, in passato, di questi nomignoli inflitti da certa signora di loro comune conoscenza a una nobile dama della città e alle sue figliuole che si dicevano insidiare al celibato di Carlino.
      Non per Lei, per Praglia!
      corresse Jeanne, senza voltarsi.
      Vada vada, ammansi mia sorella!
      esclamò Dessalle e si fermò a schizzare sul taccuino una elegante porta sotto le arcate di levante.
      Maironi raggiunse la signora che non mostrò avvedersi di lui.


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Piccolo mondo moderno
di Antonio Fogazzaro
Ulrico Hoepli Milano
1909 pagine 344

   





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