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      Andarono così a paro per qualche momento, senza parlarsi.
      Già Lei ha paura!
      disse alfine Jeanne con voce sommessa ma vibrante. "Lei non vuol dirlo ma capisco, pensa bassezze di me, con tutta la Sua religione. Appunto perchè ha un'idea angusta, un'idea falsa della religione, dell'amore, di me, soprattutto di me, s'immagina che io La condurrò al male. È così: non mi conosce, non sa conoscermi, crede che fuori della Sua religione tutto sia impuro, tutto sia falso, tutto sia da fuggire, da odiare!"
      Lei sa che non sono libero?
      Nel proferire sottovoce queste parole Piero si fermò.
      Mai non si era parlato fra loro della demente.
      Jeanne lo guardò negli occhi e rispose:
      Lo so.
      Un momento dopo, interpretando il silenzio di Maironi per desiderio di risparmiarle una conclusione ovvia e amara, riprese con fretta incauta.
      Ma io non tolgo niente a Sua moglie.
      La parola poteva intendersi nel senso che Jeanne aveva pensato, sapendo come Piero non amasse più la moglie da un pezzo, e anche nel senso che alla signora Maironi, posto il suo stato, niente si poteva più togliere. A Piero balenò questo secondo senso. Esclamò con sdegno: "Non lo dica!" e riprese a camminare concitato. Jeanne, atterrita, lo seguì: "Come? Che ha inteso?". E afferrato il perchè di quello sdegno, protestò con tanta violenza, mentre Maironi ripeteva "mi lasci! mi lasci! mi lasci!", di non aver voluto alludere alla sventura di sua moglie, che quegli si arrese. Intanto si avviavano entrambi, senza volerlo nè saperlo, a una uscita del cortile.


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Piccolo mondo moderno
di Antonio Fogazzaro
Ulrico Hoepli Milano
1909 pagine 344

   





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