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      Adesso ti prendo fra le braccia, ti porto dove voglio io.
      Ella tenne fermo, lo trasse avanti.
      Avresti gridato?
      diss'egli.
      No, ti avrei morso.
      Egli tacque. Fatti pochi passi, Jeanne, conducendo a fine con la voce un ragionamento incominciato nel silenzio, gli domandò se avesse rotto proprio del tutto anche con la sua fede. "Credo di sì" diss'egli. Jeanne sorrise. "Come, credi?" Egli giustificò la parola strana. "Sai, vi è nell'anima mia un tale polverìo di rovine ancora in moto, che non so bene cosa sia caduto e cosa resti in piedi. Credo di credere ancora in Dio, questo sì, ma non nel Dio che mi hanno insegnato. Quello l'ho sepolto a Praglia. Era già mezzo morto dentro di me, anche prima: stavo però ancora nel vischio delle mie vecchie abitudini mentali. Chi sa, se tutti i cattolici fossero come un vecchio prete che conosco, non avrei perduta la fede. Anche lui, però! Mi dice che non devo giudicare la Chiesa cattolica da qualche centinaio di persone e io non sapergli rispondere che da tutta intera la Chiesa cattolica si va ritirando la vita, che tutto vi è antiquato, dalla parola del Vaticano a quella dell'ultimo cappellano di campagna! Una volta ho pensato: "Se venisse un altro San Francesco! Se venisse un altro Sant'Agostino!' Adesso so che non verranno".
      Mi dispiacedisse Jeanne "che tu abbia perduta la fede."
      Perchè?
      Perchè so quanto è triste di non aver dentro di sè niente di fermo, niente di assoluto.
      Tu non hai niente, in te, di fermo?
      .
      Niente, tranne l'amore.
      Non credi neppure che ci sia un'altra vita?


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Piccolo mondo moderno
di Antonio Fogazzaro
Ulrico Hoepli Milano
1909 pagine 344

   





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