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      Ma che, ma che!" esclamò il Commendatore. L'altro continuò imperterrito, malgrado interruzioni continue. "Adesso io Le dico che siamo molti..." "Ma sì, ma sì..." "... che se le elezioni si fa subito voteremo per i liberali senza domandare posti per noi, senza domandare..." "Va bene, va bene, ma se io non c'entro!" "... e se le elezioni non si fa subito ci teniamo liberi..." "Ma sì, ma sì, è inutile dirle a me, queste cose, facciano quel che vogliono!" "... e se ci teniamo liberi vuol dire che ci sarà dei conti da fare perchè potrebbe succedere fatti strepitosi, e questa è una cosa che potrebbe anche interessare giusto il signor Maironi che credo che sarà lui e che la serva avrà fallato a dire."
      Se la cameriera Rosina avesse udito Ricciotti Çeóla chiamarla serva, lo serviva lei. Ma la Rosina, considerato che adesso nell'anticamera ci stava un signore per bene e non mal veduto dal feroce collega di cucina, si disponeva lietamente a portare i due caffè nello studio di quel povero santo Giobbe del padrone appena fosse partito l'odioso Ciotti. Uditolo scender la scala, si mosse dall'alto del terzo piano. Appena toccato il secondo incontrò un amico e parente della famiglia, che allungò, con un viso beato, le mani cupide al vassoio: "Brava ciò! quel che ghe vol per mi che go magnà i gnochi!". La Rosina si difese accanitamente e l'altro incalzò con l'attacco. "No, che l'è per el signor Maroni!"
      Te ghe ne scaldarè un altro.
      No ghe n'è più!
      E ti falo fresco!
      L'amico si trangugiò la sua tazza di caffè caldo con molti voluttuosi muggiti e soffi e la Rosina ritornò brontolando in cucina.


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Piccolo mondo moderno
di Antonio Fogazzaro
Ulrico Hoepli Milano
1909 pagine 344

   





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