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      Sono quasi le cinque, sai!"
      Jeanne stava scrivendo nella sala dell'Ariosto, in faccia all'affresco dove la bella, tenera Angelica, legata le gambe ignude allo scoglio, spasima fra la mostruosa Orca, la ghiottona del mare, che sale, e il mostruoso ippogrifo con Ruggero, il ghiottone del cielo, che scende.
      Non si pranza alle sette?
      diss'ella, senz'alzare il capo.
      Sta bene, ma ti hai poi anche a vestire, eh?
      Jeanne non rispose e non si mosse.
      Senti, Jeanne
      fece suo fratello un po' stizzito. "Io non te li ho imposti, questi ospiti. Ti ho domandato s'eri contenta di averli, tu mi hai detto di sì, dunque..."
      Ma sì, ma sì, son contenta, ecco, vadorispose Jeanne, nervosa. Si alzò di botto, piegò il foglio scritto, lo pose in una busta frettolosamente, vibrando d'impazienza. Carlino la guardò; aveva gli occhi rossi. "Oh santo cielo!" diss'egli sottovoce, seccato. "Bella disposizione per un pranzo!"
      Ma che? Ma cosa? Ma se non ho niente! Se sono contenta, contentissima! Se sono allegra! Adesso vado a far cogliere i fiori. Dimmi che fiori vuoi.
      Ella protestava così, pentita, quasi atterrita di avergli dato segno del suo soffrire interno, tenendogli le mani alle spalle, fissandolo negli occhi, ansiosa di vederlo rasserenarsi, di udire una parola buona.
      Stai zitta, è una cosa che non può andare!
      replicò Carlino. "Te l'ho detto sempre, tu ti figuri quello che non è. Tu ti struggi per uno che non si strugge niente affatto per te. O forse aveva in principio certe idee e ha capito che con te non si riesce!


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Piccolo mondo moderno
di Antonio Fogazzaro
Ulrico Hoepli Milano
1909 pagine 344

   





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