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      Ella mi pregò di accettare la restituzione delle carte e anche del portafogli. Mi disse che lo aveva portato di nascosto per non lasciarlo vedere dal Tognin.
      Infatti lo levò, per darmelo, di sotto le prugne.
      La congedai e salii palpitante a chiudermi nella mia camera con il prezioso portafogli. Non è veramente un portafogli, è una cartella montata in velluto nero, con la scritta ricamata in oro
      Ingegnere Pietro Ribera ' e con molte guaine interne, due delle quali contenevano appunto delle carte.
      Oh Jeanne, Jeanne, quale lettura! Quale tenera, pacata commozione in principio e poi quale calda, torbida tempesta!
      S'indovina che mio zio non si serví mai della cartella e che dopo la morte di lui, avvenuta alla Isola Bella, pochi mesi prima ch'io nascessi, se n'è servita la povera mamma come di un reliquiario.
      Prima mi vennero alle mani alquante lettere scambiate fra lei e mio padre quando mio padre era emigrato e mia madre con la mia sorellina, con lo zio e la sua governante dimorarono a Oria, stentando la vita egli a Torino e loro qui. Son lettere piene di vita e di freschezza, specialmente quelle di mia madre, che mi hanno fatto spesso sorridere per certi tocchi di vivace comicità, per certi schizzi di figure umane tanto vive ch'ella vi butta giù alla brava, senza pretese, mentre mio padre adopera un linguaggio più letterario. La figura patriarcale dello zio Piero, la figura soave della piccola Ombretta, come la mia sorellina Maria è chiamata in queste lettere, n'escono così piene di bontà e di grazia!


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Piccolo mondo moderno
di Antonio Fogazzaro
Ulrico Hoepli Milano
1909 pagine 344

   





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