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      Ghe n'̣ avudo una anca mi".
      Ella si mise a parlare confusamente di una lettera scrittale dalla villa dov'era venuta apprestando un quartiere per la sua figliuola, quando uscisse dal manicomio. I bambini del gastaldo avevano il morbillo. "Dunque mi digo che no convien." Questo primo piccolo garbuglio usć alla luce dalla occulta matassa dei suoi pensieri.
      Che cosa non conviene, mamma?
      De condurla là.
      Piero fece per domandare: chi? ma comprese in tempo che si trattava dell'Elisa, certo. Silenzio.
      Che ghe sia malanni a cossa xela?
      Dove?
      A Valsolda.
      L'inatteso nome, l'inattesa proposta che balenava nei disordinati discorsi della marchesa, lo colpirono.
      Non lo sorispose. E si vide nel paese mistico, nella conscia casa, sulla terrazza dello zio Piero e di Ombretta, cinto di solitudine, di silenzio insieme a sua moglie stupefatta, come uscita da un sogno. Per un istante; il sogno, adesso, era la guarigione di Elisa. La marchesa mise finalmente fuori la segreta sua idea: non potrebbe il genero recarsi in Valsolda, disporvi la casa per un soggiorno anche invernale? Ella, che non aveva mai veduto la Valsolda, si pose a discorrere come se l'avesse familiare, mettendo assieme brandelli di cose udite e rimastele malconce nella memoria, confondendo la casa di Oria con la casa di Cressogno, il lago di Lugano con quello di Como, l'Italia con la Svizzera, ma tirando via impavida a scovar tutte le perfezioni di quel paese per la congiuntura presente, se le speranze si avverassero; a trovarvi ogni possibile accordo con i gusti della sua figliuola, che in fatto ne aveva riportato una impressione molto sfavorevole.


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Piccolo mondo moderno
di Antonio Fogazzaro
Ulrico Hoepli Milano
1909 pagine 344

   





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